lunedì 27 gennaio 2014
"NEL BOSCO CON MARCO E LARA"
Era inverno...
Marco e Lara si avventurano in un bosco.
- Guarda! un
nido di... Cosa sono quegli animali? Non li ho mai visti! Tu sai cosa sono
Lara? - disse Marco...
- No, mai
visti. Oddio che paura andiamo via! - esclamò Lara.
- No. Non andrò
via finché non scoprirò che animale è quello! - rispose coraggiosamente Marco.
- Ok, però se
accade qualcosa ti lascio solo e me ne vado. - disse Lara impaurita.
I ragazzi si
avventurano nel bosco e inseguirono quell'animale misterioso.
All'improvviso
videro un folletto:
- Ragazzi
venite qui! - gridò lo strano folletto ai ragazzi, che, anche se impauriti, gli
andarono incontro.
- Cosa vi salta
in mente!? Non potete inseguire il CANGORSO! Vi potrebbe far male se vi
sentisse! - esclamò con paura lo strano folletto...
I ragazzi,
però, non lo ascoltarono e proseguirono il loro percorso...
- Allora quello
è un CANGORSO! - sussurrò Lara con una vocina sottile.
- Si, però non
lo avevo mai visto in vita mia! - rispose Marco con lo stesso tono di voce.
All'improvviso
videro un'altro strano animale … il VERMUCCA e lo inseguirono...
Però si fece
sera e lo persero di vista.
I ragazzi se ne
tornarono, anche se con fatica, a casa loro e raccontarono tutto ai genitori.
Nessuno gli credette, ma loro, da quel giorno, ricordarono sempre
quell'avventura.
Paola Aversano
Classe 1a E
sabato 11 gennaio 2014
"LA FORESTA NERA"
Ero lì che mi aggiravo nella foresta nera, che si trovava nell'India settentrionale. Era chiamata così perché si diceva che vi abitassero dei cavalieri oscuri, che proteggevano la pietra della fortuna, questa avrebbe esaudito tutti i miei desideri. Allora appena sentito parlare di questa leggenda io mi misi subito in viaggio, in una mongolfiera che mi regalò mio padre per il mio compleanno. Dopo tre mesi, finalmente arrivai a destinazione. Quando stavo per scendere il mio cuore cominciava a battere molto forte e la mia paura mi diceva di tornare indietro, ma io mi feci coraggio e mi incamminai verso la foresta nera. Proseguendo era tutto tranquillo, poi arrivai davanti a un vulcano, e quella era solamente la prima prova da superare. Scalai quel grosso vulcano e, arrivato in cima, c'era una formula da pronunciare ad alta voce per creare un ponte di pietre che mi avrebbe permesso di attraversare il vulcano. Io pronunciai quella formula ma sapevo che non sarebbe andato tutto liscio. Attraversando il ponte, spuntò un nano alato, che sarebbe stato il mio ostacolo, io però, tirando fuori una spada dal mio zaino, lo uccisi. Proseguì, camminando decisi di riposarmi sotto un albero di mele e mi addormentai. Al mio risveglio, ero affamato, allora presi una mela da quell'albero. Io non sapevo che quella mela era avvelenata e la mangiai. Il veleno mi stava soffocando, tanto che non potevo nemmeno respirare: svenni. Quando ripresi i sensi mi ritrovai d'avanti a uno stregone, che cercava di ostacolarmi, perché anche lui stava cercando la pietra. Allora mi fece portare delle guardie nella prigione del castello, io però, con la mia spada, ruppi il vetro e scappai. Dietro al castello c'era una grotta e io sapevo che lì dentro c'era nascosta sicuramente la pietra. Andai in quella grotta, c'erano due guardie che fortunatamente si erano addormentate, io sfilai la chiave per aprire quella porta e proprio lì c'era la pietra, con intorno un mucchio di altre pietre e diamanti. Quando presi la pietra cadde dal soffitto un grande masso, io, però, scappando saltai nella mia mongolfiera e volai via. Desiderai di avere un castello, di essere un principe e di avere per moglie una fantastica fanciulla.
Giulia Negro
Classe I E
venerdì 10 gennaio 2014
"PERSO NEL BOSCO"
Era una notte buia e tempestosa, Carlo stava facendo un giro nel bosco quando all'improvviso iniziò a piovere. Lui non
sapeva dove andare e si era anche perso. Correva, correva e alla fine si
ritrovò in una strada dove nessuno passava, non sapendo come tornare indietro
accese un piccolo fuoco con dei rami spezzati e, con una carota e una piccola
pentola presa lì per terra, si fece una zuppa. Poi dopo un po' di ore provò di
nuovo a tornare a casa, ci riuscì e raccontò tutto alla sua famiglia.
Giacomo Cassandro
Classe I E
Classe I E
lunedì 6 gennaio 2014
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